Come entrare nel mondo del lavoro? Con un Tirocinio
Entrata nel mondo del lavoro con un tirocinio.
Si parla tanto di abolire i tirocini e di sfruttamento. Forse perché non si conosce bene questa possibilità o non la si vede nella giusta ottica.
Mestieri Lombardia è ente accreditato da Regione Lombardia ed autorizzate dal Ministero del Lavoro all’erogazione di servizi al lavoro. In quanto tale è ente promotore per l’attivazione di percorsi di tirocinio.
Facciamo un passo indietro e spieghiamo meglio che cosa sono.
Il tirocinio non costituisce un rapporto di lavoro, bensì un periodo di formazione on the job, mirato all’inserimento lavorativo.
In quanto tale al tirocinante va corrisposta un’indennità di partecipazione. Secondo la normativa vigente, l’importo minimo è di 500 euro su base mensile per un tempo pieno. L’indennità si può ridurre a 400 euro qualora al tirocinante vengano corrisposti i buoni pasto, o comunque possa usufruire della mensa aziendale. Si scende a 350 euro, invece, in caso di presenza in azienda non superiore a 4 ore giornaliere.
Quando non si può attivare un tirocinio?
Quando la persona ha già lavorato in azienda e non per tutte le attività lavorative lo si può fare. L’operatore di Mestieri Lombardia consulta il QRSP regionale ed esclude alcune professioni che prevedono altri percorsi (come ad esempio il praticantato). Il QRSP viene aggiornato e stabilisce quali competenze si debbano acquisire per ogni profilo professionale e le tempistiche. Si va da sei mesi a massimo un anno, prorogabili a 24 mesi solo nel caso di persone con disabilità.
Il tirocinante non è inteso come sostituto che copre picchi di attività. Non si tratta di sfruttare la persona al bisogno. L’intento è ben altro e la persona va sempre affiancata. Per questo motivo si chiede di individuare sempre due tutor per tutto il periodo del tirocinio, uno da parte dell’ente promotore che monitora il percorso e l’altro dell’ente ospitante. Sulla base di cosa viene individuato il tutor? Sull’esperienza e sulla presenza in azienda.
Infine, il tirocinante è equiparato al lavoratore in materia di salute e sicurezza. Pertanto, se il DVR aziendale lo prevede e a seconda della mansione, dovrà essere sottoposto a visita medica dal medico del lavoro aziendale. Inoltre è importante che il lavoratore venga iscritto ad un corso di “Formazione Generale Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro ai sensi del D.LGS. 81/2008 e SMI”, salvo nel caso in cui la persona non sia già in possesso di attestato in corso di validità.
Tornando alle potenzialità del tirocinio.
Vediamolo come un’opportunità, come un modo per entrare in azienda, testare le nostre capacità, ampliare le conoscenze e capire se quello che abbiamo davanti è fatto per noi e viceversa. È prezioso, soprattutto per un giovane che esce da un percorso formativo e non ha ancora maturato esperienze sul campo.
Per i lavoratori più fragili è un buon metodo per sperimentarsi, ma soprattutto per essere accompagnati, con un interlocutore sempre pronto a guidarli verso il successo dell’esperienza stessa.
Per le aziende i tirocini sono occasioni di sperimentazione in linea con la crescita e l’ampliamento del team aziendale. Si può formare il lavoratore secondo il proprio business model e avere tutto il tempo per valutare l’idoneità della persona alla mansione.
Proviamo dunque a pensare al tirocinio come ad un percorso strategico di crescita professionale e aziendale.
Esistono poi alcuni percorsi dotali che permettono finanziamenti, co-finanziamenti e/o incentivi alle assunzioni delle persone che hanno partecipato a questi tirocini.
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